Una riflessione su alcuni progetti dell’architetto, redatti nell’arco di diversi anni, dalla formazione ai concorsi di architettura, dagli allestimenti interni alle scenografie teatrali, dove si distinguono elementi ricorrenti come la rampa, la corte aperta, l’asse e lo specchio, e temi come l’inquadratura, la flessibilità dello spazio interno e la “doppia altezza”. La sperimentazione progettuale sui temi della residenza, degli edifici pubblici e degli interni, segnata da una volontà di elaborare la lezione modernista nella definizione del linguaggio intrinseco del progetto e nelle modalità di costruire relazioni con i contesti, anche storici e di particolare importanza come Roma, è affiancata dagli studi sulle scenografie teatrali, trattati nella seconda parte del volume, dove è il testo, di prosa o di lirica, il punto di partenza di un processo progettuale di tipo diverso, segnato da intenzioni immaginifiche. I lavori illustrati riflettono una visione dell’architettura che implica una concezione a tutto tondo della disciplina, che porta l’autore ad operare nella doppia dimensione dell’esercizio del progetto, esito e veicolo della riflessione teorica, declinata nei tre ambiti dell’eredità del modernismo, delle tecniche compositive della progettazione e della scenografia teatrale.
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